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PALERMO

Palermo: città dai mille colori, dalle diverse culture, dai suoni e colori multietnici che “sa accogliere tutti ma non sa prendersi cura dei suoi” come ci ha riferito un palermitano DOC.

In 4 giorni abbiamo cercato di vedere e conoscere questa città incredibile piena di contraddizioni: ricca di monumenti e soprattutto chiese, tante chiese, ma un po’ trascurata.

Per meglio sfruttare i pochi giorni a disposizione ci siamo affidati a due tour free con giovani guide molto preparate che ci hanno mostrato una Palermo insolita, con le sue leggende e gli angoli meno turistici ma più significativi.

Abbiamo visitato i monumenti più importanti e le zone più frequentate dai palermitani: il teatro Politeama, il teatro Massimo, terzo per grandezza ed importanza in Europa, i 4 canti, crocevia di 4 strade principali che convergono in questa piazza famosa storicamente anche per il passaggio della processione dedicata a santa Rosalia, protettrice della città; ma ci ha colpito soprattutto la Cattedrale che, dall’esterno, sembra quasi un castello.

È assolutamente consigliabile visitare i famosi mercati rionali all’aperto: il mercato di Ballarò, il mercato del Capo e la Vucciria che oggi si è trasformato, con i suoi localini, in un luogo di ritrovo frequentato dagli studenti universitari che lì si incontrano, mangiano e bevono (quasi esclusivamente birra Forst) a prezzi modici.

Visitare i mercati è quasi un obbligo perché mostrano l’aspetto più folcloristico di questa città: colori, sapori e suoni caratteristici unici, che rispecchiano le antiche tradizioni che li fanno assomigliare più a dei bazar dove è d’obbligo assaggiare lo street food palermitano, considerato uno dei più gustosi d’Italia.

Nel nostro giro turistico, a parte gli stretti vicoli ed i numerosi palazzi nobiliari, più o meno in restauro, siamo arrivati ad una piazza famosissima, piazza Pretoria o “della vergogna”, come la chiamano i palermitani, purtroppo recintata perché ha subito atti di vandalismo da turisti stranieri.

Abbiamo poi costeggiato il giardino dedicato a Garibaldi che ha, all’interno, l’albero più grande d’Europa

( Ficus macrophilla) e una targa che ricorda l’uccisione di Joe Petrosino, arrivato a Palermo da New York per combattere la mafia.

L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato alla visita del palazzo reale, o palazzo dei Normanni, con la cappella Palatina, ora Patrimonio dell’umanità mondiale dell’Unesco,  completamente ricoperta di mosaici d’oro: uno splendore inimmaginabile, un’esplosione di luce ed immagini sacre.

Qui si conclude, purtroppo, la nostra breve, seppur intensa, visita della città con il consiglio di andare a visitarla perché merita proprio.

Emma & Silvana